Non è strano trovare fotografi Italiani in giro per il vicino Oriente, basti ricordare ad esempio che nella seconda metà del XIX° secolo la colonia italiana in Egitto è numerosissima, seconda solo a quella greca. E’ difficile identificare tutti i fotografi di origine italiana, di qualcuno conosciamo solo il nome ma non il lavoro, di alcuni abbiamo solo un’immagine o poco più a testimonianza della loro esistenza. Spesso è un problema, in mancanza di dati biografici certi, definire “l’italianità” di molti fotografi; si cerca allora di verificare ad esempio se nel cartiglio che spesso è stampato sul retro delle fotografie di studio vi sono elementi significativi, ad esempio L.Anagnosti riporta sul colophon delle sue cdv la scritta testuale “Anagnosti L. fotografo e pittore Alessandria d’Egitto”. Altri, come Beniamino Facchinelli, danno addirittura al proprio studio del Cairo il nome di Photographie Italienne. Molti fotografi, in particolare coloro che non fanno lavoro di studio, a malapena firmano le lastre o appongono un semplice numero di catalogo, per cui risulta spesso difficile avere, oltre al nome di assonanza italiana, una certezza assoluta nell'attribuzione. La faccenda si complica oltremodo considerando ulteriori possibilità, in particolare in certe aree geografiche (ad esempio l’isola di Malta) dove i cognomi italiani sono abbastanza diffusi. Ma quello che ci interessa in questa ricerca non è la carta d’identità che certifica la nascita in modo incontrovertibile, bensì l’influenza politica e culturale che in queste aree geografiche è diffusa dall'Italia tramite i suoi viaggiatori e fotografi. Di alcuni di essi abbiamo notizie certe, dati biografici, indirizzi, nonché una quantità variabile di testimonianze costituite dalle loro fotografie; facciamo quindi una panoramica dei personaggi più interessanti.
Il veneziano Carlo Naya è uno dei primi fotografi a insediarsi a Costantinopoli, dirimpetto all'ambasciata Russa, sulla Grande rue de Pera, verso il 1840 o 1850. Del suo periodo orientale si hanno poche immagini, spesso di difficile attribuzione perché non firmate e con semplici numerazioni. Si hanno tracce anche di una sua presenza al Cairo, dove probabilmente lavora con Otto Schoefft. Ritornato a Venezia verso il 1860, dopo un lungo tour nel Mediterraneo, Naya (1816-1882) si distinse soprattutto per le sue vedute della città prodotte in collaborazione con l'ottico svizzero Carlo Ponti. In breve tempo lo stabilimento fotografico Naya diviene il più importante del Veneto e uno dei maggiori d'Italia.
Di E.Lauro sappiamo pochissimo, conosciamo solo alcune belle stampe all'albumina di grande formato. Di recente è stata ritrovata una foto di studio, formato cabinet, un ritratto femminile, sul cui retro è stampato il nome e la ragione sociale del fotografo, nonché l’indirizzo del Cairo. Qualche notizia in più e qualche fotografia la trovate nella pagina a lui dedicata.
Luigi Montabone inizia l'attività di fotografo a Torino nel 1860. Dal 1862, a seguito di una spedizione diplomatica in Persia cui partecipa come fotografo , sul retro delle sue stampe appare il Leone con spada, simbolo del regno di Persia. Come molti altri celebri fotografi possiede diverse succursali; una in Milano, una a Firenze, altre a Roma. L'attività dello studio cessa nel 1877, anno della morte del fotografo. Lo stabilimento fotografico Montabone è presente all'Esposizione Universale di Parigi del 1867, e all'Esposizione Nazionale di Torino del 1868 e del 1872. Oltre alla spedizione in Persia sappiamo che Montabone lavora anche in Egitto, come dimostra una foto conservata in Fototeca firmata “Montabone, Cairo”. Dal retro di un formato cabinet scopriamo che lo studio era situato a Villa Tomich nel Quartier Jismaillie e produceva anche ritratti e CdV.
Giacomo Brogi (Firenze 1822 – 1881) apre uno studio a Firenze nel 1856; nel 1868 viaggia in Medio Oriente e produce un album “Album della Palestina fotografata dal vero con notizie storiche”, che dona al Papa Pio IX e al Re d’Italia (di cui diventerà fotografo ufficiale). Brogi è un fotografo molto conosciuto per il suo lavoro in Italia, ma a noi interessa per le sue campagne all'estero, in particolar modo in Siria ed Egitto. Parallelamente sviluppa una proficua attività di ritrattista: attori, scrittori, pittori, compositori o illustri stranieri. Negli anni di maggiore espansione commerciale, Brogi può contare su tre negozi di vendita: a Firenze, a Napoli e a Roma.
Per anni qualcuno ha pensato che Antonio Beato (? 1830 - Luxor 1906) fosse una persona con due nomi, Antonio e Felice, alimentando così il mistero relativo alla presenza quasi contemporanea di un Beato fotografo in posti diversi e molto distanti, come il Giappone e l’Egitto! Antonio e Felice Beato lasciano l’Egitto insieme all'inglese James Robertson, altro noto fotografo, nel 1858 per andare in India, a Calcutta, dove aprono uno studio. Robertson sposa Maria Matilde, la sorella di Antonio e Felice, che è il suo assistente da vari anni, avendo viaggiato con lui a Costantinopoli, Atene, in Palestina e a Malta. Probabilmente intorno al 1862 i fratelli si dividono, ritroviamo infatti Felice in Giappone mentre Antonio, come vedremo, ritorna in Egitto. Antonio Beato apre un atelier al Cairo, all'interno dell’Hotel Luxor, il più lussuoso dell’epoca. Fotografa solamente l'Egitto, realizzando centinaia di immagini.
Della vita personale di Luigi Fiorillo si conosce poco. Sappiamo per certo che è italiano (ma la data e luogo di nascita sono ad oggi sconosciuti) ed è attivo nella seconda metà dell’800 (dal 1870 circa) in Egitto, Abissinia e Palestina. È certo che verso il 1870 Luigi Fiorillo arriva in Egitto e s'installa ad Alessandria dove apre uno studio. Nel 1871 espone per la prima volta le sue fotografie a Napoli (sua possibile città di origine). La curiosità professionale ed umana di Luigi Fiorillo lo porta a riprendere sistematicamente la vita delle città, i mestieri, i monumenti. Non diversamente dai suoi più famosi colleghi del tempo (i Bonfils, i Sébah, i fratelli Zangaki) accumula una grande quantità di lastre, contribuendo a creare un’enciclopedia visuale del suo tempo.
Pochi sono i fotografi professionisti che operano in Eritrea oltre al nostro Luigi Fiorillo. I primi sono nel 1885 Mauro Ledru, i fratelli Nicotra e Luigi Naretti. Mauro Ledru, nato a Piazza Armerina nel 1851, è attivo come fotografo tra il 1880 e gli inizi del Novecento a Messina e nella Colonia Eritrea. Lavora insieme ai fratelli Nicotra, con i quali gestisce lo studio Fotografie Riunite, con sede a Messina. La presenza di Mauro Ledru in Eritrea è segnalata anche sui luoghi della battaglia di Adua nel 1896 quando, al seguito della brigata del colonnello Dabormida, è costretto ad abbandonare sul campo il proprio apparecchio fotografico e tutte le lastre nel corso della rovinosa ritirata delle truppe italiane. C'è anche Alessandro Comini.
Alla fine degli anni ’70 dell’800 un obelisco, soprannominato ”Cleopatra’s needle” (l’ago di Cleopatra), viene rimosso da Alessandria d’Egitto, destinazione Londra. Tutta la preparazione dell’ardita opera viene immortalata da un altro fotografo italiano di Alessandria, Aurelio Borgiotti, di cui poco si sa. Aurelio Brogiotti oltre allo studio di Alessandria d’Egitto (Piazza dei Consoli, Okella Sciorbagi), aveva studi anche a Firenze e Pistoia, come risulta dal retro di una Cdv.
Poco conosciamo della vita e del lavoro di Francesco Indiveri, fotografo italiano residente a Damasco alla fine del XIX° secolo. Oltre alle poche foto conservate in Fototeca se ne fa menzione nella collezione Robert Ormes Dougan dell’Università di Glascow. Si tratta di un album indicato come: "Photographs of the Ottoman Empire, chiefly Cyprus and the Middle East, by F. Bonfils, Indiveri, et al. ca.1896". Possiamo ancora ricordare Francesco Quadrelli, un italiano residente a Beirut che opera tra Libano e Palestina tra la fine dell’800 e i primi anni del ‘900. E’ un fotografo molto attento alle persone ed ai costumi, di cui ci lascia poche ma significative testimonianze. Troviamo altri avventurosi fotografi italiani anche in aree più distanti dalle capitali come Costantinopoli, Alessandria, Il Cairo. In Grecia conosciamo Borri, Duranti, Gerla, a Cipro Foscolo, in Palestina Pierotti, Damiani, Gherardi, in Tunisia vivono e lavorano Catalanotti, D’Amico, Franceschi, Morelli e altri; in Algeria Lanzaro, in Libia Perrone, Pucci, Cassar e molti altri.
Nella tabella che segue sono riportati i nomi di molti fotografi italiani, l’elenco non è certamente esaustivo e può contenere inesattezze; lo considero un punto di partenza.
It is not strange to find Italian photographers around the Near East, just remember for example that in the second half of the 19th century the Italian colony in Egypt was very numerous, second only to the Greek one. It is difficult to identify all the photographers of Italian origin, we only know someone's name but not the work, some of us only have an image or a little more as evidence of their existence. Often it is a problem, in the absence of certain biographical data, to define the "Italianness" of many photographers; one tries therefore to verify for example if in the scroll which is often printed on the back of the studio photographs there are significant elements, for example L.Anagnosti reports on the colophon of his cdv the text writing “Anagnosti L. photographer and painter Alexandria of Egypt ". Others, such as Beniamino Facchinelli, even give their studio in Cairo the name of Photographie Italienne. Many photographers, especially those who do not study, barely sign the plates or put a simple catalog number, so it is often difficult to have, in addition to the name of Italian assonance, absolute certainty in the attribution. The matter becomes more complicated considering further possibilities, in particular in certain geographical areas (for example the island of Malta) where Italian surnames are widespread. But what interests us in this research is not the identity card that certifies the birth in an incontrovertible way, but the political and cultural influence that in these geographical areas is spread by Italy through its travelers and photographers. Of some of them we have certain news, biographical data, addresses, as well as a variable quantity of testimonies constituted by their photographs; so let's take an overview of the most interesting characters.